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Mercato auto: il rilancio? Merito del noleggio

Il mercato auto italiano sembra finalmente fuori dalle secche. Nel 2015 ha quasi sfiorato gli 1,6 milioni di nuove immatricolazioni, oltre 200 mila superiori al dato 2014, ma certo ben lontano dai 2,5 milioni annui di 10 anni fa. A leggere tra le linee, però, si scopre che gran parte dell'incremento si deve al settore dell'autonoleggio, a breve e lungo termine, che vale ormai il 19% delle immatricolazioni.

Insomma, se il mercato auto si riprende, il merito è delle aziende riunite nell'Aniasa, l'Associazione nazionale dell'autonoleggio e servizi automobilistici di Confindustria, che ha pubblicato il suo 15° Rapporto annuale. Lo scorso anno le aziende di settore hanno fatturato più di 5,4 miliardi di euro, il 5,7% in più del 2014, e hanno immatricolato 317 mila veicoli. Grazie a una flotta complessiva di 730.000 veicoli, le aziende Aniasa contribuiscono per due miliardi di euro alle entrate fiscali dello Stato. E nei primi 4 mesi del 2016 la tendenza è ulteriormente cresciuta, con un contributo alle immatricolazioni in crescita del 7,4%, e ciò nonostante “una burocrazia e una normativa ferma al palo, che non disciplina adeguatamente le nuove forme di mobilità”, come recita impietoso il rapporto.

Diffusione delle auto elettriche: basterebbe una comunicazione “dall’alto”

“Non è solo una questione di convenienza economica, ma si tratta anche di uno stile di vita diverso che le persone possono adottare”. È l’opinione espressa in occasione della sua partecipazione ai lavori del Festival dell’Energia 2017 dal Prof. Corrado Poli, docente in Sociologia con un curriculum vitae che lo ha visto viaggiare per il mondo. L’esperto, che è anche autore di articoli e pubblicazioni, come “Mobility and Environment”, ha portato il proprio contributo, cercando di enucleare le principali questioni affiancabili alla voce “problemi auto elettriche”.

Secondo il Prof. Poli la spinta alla diffusione degli EV “non può nascere dal mercato, ma deve essere calata dall’alto”, giacché nei percorsi di scelta dei consumatori devono farsi strada “motivazioni di carattere simbolico e comportamentale“.

Si tratterebbe per la precisione di un “problema di comunicazione pubblica e politica. Infatti quanto maggiore è la propensione all’acquisto, tanto minore diventa la necessità di introdurre formule di incentivazione”.

Le basi potenziali per una definitiva affermazione delle auto elettriche esisterebbero già: “Esiste una grande componente sociale che è disposta ad utilizzare o, anche, ad acquistarle – ha dichiarato il sociologo -. Si dice infatti che circa un terzo dei cittadini dei paesi occidentali, Italia compresa, sia propenso ad avere atteggiamenti favorevoli alla tutela dell’ambiente. Su questo 30% si può sicuramente agire”.

Accanto al discorso di potenziamento della rete infrastrutturale, occorre lavorare sul versante comunicativo. “Se noi dall’alto offriamo una opportunità in più – ha precisato il Prof. Poli -, possiamo scoprire che c’è un mercato molto più grande di quanto non si pensi“.

Per comprendere completamente il fenomeno e riuscire a far passare più efficacemente il concetto di una “normalità dell’auto elettrica”, servirebbero studi specifici. Una conclusione alla quale si è già pervenuti riguarda tuttavia la fascia di consumo legata alle donne, che rappresentano un “utente privilegiato rispetto ai maschi, che sono più conservatori nei confronti dell’automobile”.